“Non buttate quella pasta” potrebbe essere un buon titolo per un libro di cucina realizzata con gli avanzi, non tanto per il titolo in sé ma per rivalutare ciò che si avanza, in particolar modo pasta e riso. Siamo (fortunantamente) abituati a mangiare piatti espressi, cucinati per dare il meglio, sia da un punto di vista di sapore che di consistenza alla fine della preparazione. La pasta la scoliamo al dente e la tuffiamo nella salsa calda che cuocendo la penetra e la lega fino a diventare un tutt’uno – pensare di mangiare qualcosa di scotto e secco non ci alletta più di tanto. Bisogna però tener conto che molti piatti il giorno dopo sono ancor più buoni e aiutandosi con un coagulante naturale come l’ uovo si può modificare la forma classica del piatto di maccheroni e trasformarlo in qualcos’altro.
Nascono quindi frittate, ottimi supplì, arancine/i, timballi, sformati, sartù e mille altre preparazioni. L’importante è realizzare buoni piatti in partenza, dargli una seconda vita è spesso un gioco divertente, affascinante e soprattutto gustoso.
3 commenti
Sembra davvero buona buonissima, ma si chiama FRITTATA DI MACCHERONI e non di fa con il burro 😉
Lo era Roberta…. Hai ragione sia sul nome che sulla cottura ma non essendo maccheroni ho preferito rimanere generico. Per quanto riguarda la cottura ho scelto il burro per una questione di temperatura. Cuocendola ad alta temperatura ho la certezza di non raggiungere il punto di fumo.
Grazie per i tuoi appunti comunque.
[…] di sperimentazione, a cui si può aggiungere il tentativo di ravvivare avanzi ecco nascere frittate di maccheroni , timballi, sartù, crocchette e […]