Un alimento bistrattato, sottovalutato e scarsamente considerato sulle tavole in questi ultimi anni è sicuramente il PANE.
Alimento (vivo) che da sempre presenzia e accompagna l’uomo nella sua memoria gastronomica ma che appunto da una trentina d’anni ad oggi, sul grande pubblico, ha perso molto sia in valori nutrizionali che in qualità.
Lo si trova e lo si consuma come un tempo ma quasi sempre sia in ambito domestico che al ristorante ci si confronta con un prodotto industriale, prelavorato e surgelato. Erroneamente, i ristoratori ed i semplici consumatori non gli danno la giusta importanza ed entrambi concordano sul fatto che la pietanza servita distoglierà l’attenzione da quel cattivo pane affettato nel cesto.
I motivi che spingono verso una scelta così poco furba sono diversi ma di certo non giustificano questo modus operandi controproducente per tutti.
Il pane è la base, il caposaldo della tavola.
Non sono nato con quest’idea ed infatti sono arrivato a questa considerazione da adulto. L’ho scoperto crescendo, perché capire un alimento così apparentemente semplice ma allo stesso modo complesso richiede tempo e conoscenza.
Da bambini il salame vince, il formaggio surclassa la semplicità del pane e pare che accompagnare riduca il piacere; col tempo se si è fortunati, si percepisce il valore e la perfezione dell’unione.
Qualcuno in questi anni si è accorto di questa scarsa qualità e “faticando” nel recuperare qualcosa di valido ha deciso che la soluzione migliore fosse quella di affidarsi alla fatidica MacchinaDelPane. Ecco quindi un boom di vendite di macchinette impasta-lievita-cuoci presenti in quasi tutte le case di coloro che non si accontentavano più del pane del supermercato ma che – dallo stesso – compravano la farina che una macchina sola avrebbe poi trasformato nel loro sano e gustoso pane.
Non so se vi è capitato di cenare a casa di qualche amico amante del faidate dell’arte bianca, solitamente vi poteva sorpendere con pani aromatizzati dalle dubbie spezie, mal lievitati, ricchi di lievito e “cotti a mestiere”.
Situazione non molto diversa si poteva gustare nei ristoranti dove chef e patron si arrovellavano su quale strada percorrere: un pane uguale ogni giorno e quindi semi-lavorato industriale o produrselo in casa (con risultati discutibili). Lascio a voi la risposta.
Un detto milanese dice: Ogni ofelè el so mestè – che italianizzato e adattato alla tema potrebbe essere tradotto con:
Ad ognuno il proprio mestiere.
Il pane , come già detto, è una cosa seria e trovare un appassionato e valido panificatore è sempre la strada migliore; la strada più profumata, digeribile, sana e varia che ogni commensale merita di percorrere, caratterizzata principalmente da molliche morbide e croste aromatiche.
Come si può distinguere quindi un buon pane da uno cattivo?
– Il buon pane è un alimento vivo, ogni giorno è leggermente diverso dal precedente e da quello di domani.
-Il buon pane ingabbiato nella plastica, anche se micro forata, soffre sempre e tende a diventare gommoso.
-Il buon pane è un prodotto quotidiano, ha lievitato a lungo e cotto il giusto tempo e non conosce freezer.
-Il buon pane ben lievitato e ben cotto, una volta schiacciato tende sempre a tornare nella sua forma originaria.
-Il buon pane deve profumare di pane.
-Il buon pane è composto da farine di qualità, lievito, acqua e malto. Il resto non serve.
-Il buon pane è fatto solo da professionisti che oltre alla loro tecnica dispongono di strumenti, attrezzature e materie prime di ottima qualità.
ATTENZIONE !!!
LE FOTO CHE SEGUONO POTREBBERO URTARE LA VOSTRA SENSIBILITÀ.
PANE IN GABBIA.
4 commenti
Grazie Andrea … hai fatto commuovere il mio papi … panettiere da 51 anni!
Stampato e appiccicato sulla vetrina del negozio!
Mau
Ciao Maura, mi fa molto piacere leggere le tue parole. È un onore essere sulla vostra vetrina!!
[…] realizzarci un panino. In giro siamo abituati a vedere tristi imbottiture che dividono due fette di cattivo pane, sandwiches tristi che non attirano e spesso azzerano la salivazione. Non so il motivo per cui […]
[…] ingredienti sono importanti ma il pane è […]