La mattina intorno alle dieci arrivava con la sua bicicletta abbastanza trafelato per la strada percorsa e il sole che piano piano diventava sempre più alto e caldo.
Una volta in cortile scendeva dalla bici spingendola e salutando tutti quelli che abitavano nella “corte”.
Le altre donne quando lo vedevano arrivare capivano che era giorno di pasta, pasta fresca.
Lui era prestinè, panettiere per intenderci e con gli impasti ci sapeva fare.
Mi salutava e salutava la nonna, poi entrati in casa non si perdeva tempo; farina, uova, acqua (io non ce la metto, ma sapete com’è in campagna si fa economia un po’ su tutto e se si può sostituire un uovo con dell’acqua….)
La fontana bianca, candida, troneggiava sul tavolo in formica verde, le uova ancora calde, raccolte da poco, le avevo cercate come funghi nell’erba.
Crack.
Una forchetta mescolava poi le mani.
Mani forti che impastavano e plasmavano la pasta.
Non era mai pronta io osservavo ogni sua mossa.
Intanto la nonna montava la macchina per tirare la pasta e preparava la stanza per stendere i metri di tagliatelle. Due schienali delle sedie erano la soluzione migliore per farle seccare.
Il giorno dopo si spezzavano tutte della stessa lunghezza e si conservano.
Se le vuoi rifare prova così è semplice:
Un uovo per ogni etto di farina, io non ci metto altro. Importantissimo è il riposo, più lo lascerete riposare meno sarà difficile stenderlo.
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[…] un altro post, di qualche tempo fa, avevo mostrato come si realizza quella all’uovo tipica di alcune regioni d’Italia ed adatta ad alcuni tipi di preparazioni. Oggi invece […]
[…] arrostisco, sfumo, cuocio, faccio freddare, trito, grattuggio, impasto e faccio riposare. Preparo la pasta all’uovo, la stendo, la taglio con la bicicletta, la farcisco e la […]