La posata più bella: il cucchiaio
I gusti sono gusti – questo è chiaro – ma è altrettanto vero che alcuni “oggetti” emanino un’aura così magnificente da diventare eterni.
Il cucchiaio è l’inizio di tutto e nella sua forma condensa la sua funzione e la sua storia.
La prima “posata” ad essere stata ideata ed utilizzata dall’uomo primitivo, continua ad essere il primo strumento per ogni bambino che dal seno o dalla tettarella in silicone approccia a brodi e pappe.
Dalle forme accoglienti, morbide e sinuose, raccoglie dal piatto e trasferisce nell’affamata bocca il suo prezioso carico solleticando la lingua con il rigido dorso .
La classica forma allungata, quasi ovale, impone alla bocca di allargarsi quanto basta per consentire il suo ingresso ma allo stesso tempo apporta un quantitativo maggiore di aria nel cavo orale che raffredda e “condisce” il cibo in modo differente rispetto ad una forchetta o a dei bastoncini orientali.
Il cucchiaio è:
dalle forme delicate e gentili,
poli funzionale (utile per decorare torte, stendere salse, lisciare superfici),
educato (consente di nutrirsi senza abboffarsi – provate a caricarlo più del dovuto con brodi e salse e lui stesso vi indicherà il giusto quantitativo)
goloso (è impiegato principalmente per cibi spumosi, vellutati e goderecci)
eterno (l’unica posata con cui si possa affrontare qualunque tipo di piatto moderno, antico o futuro. Si anche gli spaghetti)
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