Ognuno ha gli amici che si merita. Postulato ancor più vero da quando gli amici oltre a quelli reali, nel senso di veri, si son aggiunti quelli “social(i)”. Con quest’ultimi si condividono pensieri e momenti di vita, seguendo alcuni o appassionando altri per le proprie idee ed esperienze, persone con cui -spesso – non si è bevuto nemmeno un caffè.
Le bacheche sono così monopolizzate da macro argomenti che possono spaziare dalla “nobile” fede politica con status degni del più acuto ed illuminato comizio (complotti-scie chimiche-fanta ministri – t.a.v.), ad argomenti assai più “leggeri” come il calcio, la moda, i gatti ed il cibo solo per citarne alcuni.
Ci si spalleggia e suon di LIKE o di Retweet, si dissente più o meno educatamente con commenti per arrivare a casi estremi di “eliminazioni sociali”.
Osservando, nel caso specifico, immagini di cibo o di preparazioni culinarie postate da me o da “amici social”, ho potuto constatare che alcune cose piacciono più di altre – qualcuno potrà dire che questa non sia un’osservazione molto intelligente ma lasciatemi spiegare ciò che intendo dire – ho notato che le immagini di cibo tradizionale/casalingo, se ben eseguite e ben presentate riscuotono molto più “successo” rispetto a piatti di grandi chef.
Una carbonara cremosa, un toast ricco e filante, una crostata dorata hanno dimostrato più appeal rispetto ad un istituzionale risotto con la foglia d’oro, di una cipolla caramellata con giochi caldo-freddi o di un famoso uovo marinato.
Il motivo di questo strano fenomeno: un MISTERO.
Da una parte un’immagine diretta alla pancia, al senso di sazietà, abbondanza e sostanza, mentre dall’altra un ‘immagine più cerebrale, più criptica, meno familiare ma sicuramente più esperienziale.
Cosa ci spinge verso questo tipo di preferenze? – Come si relaziona un’immagine con il nostro appetito? – Mangiare serve anche per rivivere qualcosa ? Con quanti sensi si mangia?
Le risposte potrebbero essere molteplici e differenti, varierebbero da individuo ad individuo e scoprire le reali cause di queste scelte costerebbe non poca fatica senza poi arrivare ad un dato oggettivo e unico.
Alcuni potrebbero pensare che i cibi più casalinghi godono di un fascino riproducibile (te lo poi rifà a casa) a differenza di quelli dei grandi chef che emanano un’aura unica e misteriosa, altri potrebbero asserire che quella cacio e pepe ricorda loro un momento particolare della propria vita mentre quella costoletta destrutturata non evoca nessuna esperienza o sensazione , ed infine altri ancora potrebbero dire che il cibo lo devi mangiare e non capire.
L’unica cosa che posso fare è osservare, chiedere e ascoltare voi.
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