Ciao Andrea,
ti scrivo perché da un po’ di tempo seguo il tuo blog e oltre ad avermi colpito per le foto che fai, mi sono soffermata a leggere ciò che scrivi.
Non conoscendomi ti chiederai il motivo di questa mia e per non farti perdere troppo tempo vado subito al dunque.
Ho iniziato a raccontare le mie ricette sul web circa cinque anni fa, un po’ perché annoiata e con molto tempo a disposizione, un po’ perché più mi ci mettevo più la mia mano diventava “felice”. I miei piatti prendevano consistenze e sapori precisi e col tempo e la pratica, l’idea iniziale ed il risultato finale non discostavano poi molto.
All’inizio, come succede un po’ a tutti credo, ogni volta che guardavo il numero di visite del giorno lo sconforto mi assaliva, spesso mi sembrava che nessuno si fosse accorto di me e non ti nego che ho tentennato più volte sul continuare in questa cosa o fermarmi e dedicarmi a qualcosa di più “concreto”; ma con il passare dei giorni, mi capitava di scoprire blogger in crescita come me e sentirmi un po’ meno sola. Un po’ alla volta iniziai a scrivermi con alcune e nacque in poco tempo un’amicizia di tastiera.
Si parlava di cucina, ma non ti nego che ci capitava anche di andare oltre e parlare di figli, mariti e lavoro, ci si scambiavano dei gran complimenti e non appena una di noi pubblicava una ricetta tutte le altre a commentare con esclamazioni tipo:
“Sei la migliore” – “Mmmmm …Che fame” – “Questa volta ti sei superata” – “Ormai sei una professionista” – “Che invidia, fossi brava la metà di quanto lo sei tu… ” – “La foto è così bella che sento il profumo”
Le ricette si assomigliavano molto tra loro, i gusti di base rimanevano classici infatti nessuna si sarebbe spinta in accostamenti o ingredienti azzardati. Qualcuno di noi creava in base alla propria fantasia e al proprio estro ma ti confesso che molti si limitavano a scopiazzare di qua e di là e passare per loro piatti e preparazioni di altri.
Devo ammettere che quel periodo lo ricordo con estremo piacere, anche se un po’ troppo lusinghiere tra noi (forse troppo) si era creato un bell’equilibrio. Le visite aumentavano perché appunto ognuno creava e portava traffico a sé ed agli altri e sembrava tutto un po’ meno vano.
Presto si crearono le occasioni per incontrarsi fisicamente e dare un volto e un timbro alle amiche di tastiera. Il lancio di un nuovo libro, seguito sempre da dimostrazione e buffet era l’occasione più facile per incontrarsi e conoscersi di persona.
Il libro presentato, spesso era stato appena pubblicato ad un’amica o ad una che si conosceva tramite il web, ricordo che all’inizio invidiavo le “amiche” autrici, speravo che anche a me potesse esser proposto di scriverne uno e, senza aspettare molto tutte ci trovammo da semplici blogger appassionate ad autrici di libri. Tutto succedeva un po’ all’improvviso, una mail di una casa editrice, un progetto da realizzare e nel giro di qualche mese un libro stampato con il proprio nome in alto e l’idea di avercela finalmente fatta. Solo dopo si scopriva che il libro più che un guadagno di immagine ed economico si rivelava un costo.
Trasferte, presentazioni, conferenze, pubblicità erano il prezzo da pagare per veder realizzato un piccolo sogno ma tutto era stimolante e continuamente emozionante.
Penso di aver stretto più mani in quel periodo e aver sentito pronunciare le parole progetto-interessante-divertente-food più in quei mesi che in tutto il resto della mia vita.
Dopo il libro incominciarono ad arrivare mail su mail.
Ristoratori, p.r., aziende, negozi, multinazionali, chef stellati, bettole, ostelli, pescherie, bar e agriturismi che mi invitavano, mi offrivano, mi ospitavano ovunque, da Aosta a Trapani.
Ho girato, ho provato, ho dormito ed assaggiato un po’ di tutto e da per tutto, mi hanno regalato attrezzature di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza e ho raccontato sul mio blog di tutti, nessuno escluso.
Più scrivevo di questa farina, più mi inviavano altre farine in regalo da provare e recensire; c’era solo un piccolo problema e cioè che in cucina non ci stavo più.
Mangiavo sempre da questo o da quello, sempre insieme alle mie amiche di tastiera e ad un certo punto (ora) tutte ci trovammo i nostri blog pieni di recensioni (ovviamente positive) di ristoranti e prodotti.
Oggi mi sono fermata e ho riflettuto, mi sono chiesta se non sia finita in un sistema che in cambio di qualche kilo di farina mi ha assorbito e mi ha allontanato da quel luogo a me tanto caro, la cucina.
Mi son chiesta se non convenga approfondire e specializzarsi in qualcosa, piuttosto che seguire un’onda incontrollabile e probabilmente anche poco interessante.
Mi sono chiesta come uno spazio mio, totalmente mio, sia potuto diventare una sorta di raccoglitore di pubblicità di altri.
Infine, mi sono chiesta se una vita “offerta” possa essere meglio di una vita “scoperta” e siccome non riesco a darmi una risposta vorrei, stimandoti, un tuo parere.
Grazie.
C.S.T.
Candelina.Sulla.Torta.
32 commenti
Dice di aver aperto il blog perchè si annoiava e che grazie a questo ha conosciuto persone, visitato posti e mangiato in diversi locali: credo che non debba esserne pentita, anzi dovrebbe essere felicissima se lo scopo era anche quello di scappare dalla noia.
Se poi il blog è diventato uno spazio pubblicitario e non le piace più può sempre farlo tornare un diario personale chiudendo, se possibile, le varie collaborazioni. Oppure ne può creare uno nuovo da affiancare a quello con pubblicità.
Una richiesta: qual è il blog in questione? Ho cercato candelina sulla torta su google ma non ho trovato nulla. Grazie.
Ciao Pier, grazie per le tue parole. Purtroppo la blogger ha deciso di rimanere anonima quindi ho scelto un nome di fantasia…
Capisco i motivi, ineffetti anch’io mi son stancata di pubblicare,scrivere, e scambiare, mi sembra che tutto gira intorno a ricette di base che prendiamo un po’ qui un po’ là e “personalizziamo,”cambiando un ingrediente, mi sà di fasullo tutto questo, ho sempre la netta sensazione che molte bloggers vogliono arrivare a pubblicare un libro, ho la netta sensazione che ci sia un giro di false “amicizie” se non fai parte di un gruppo non entri a far parte nemmeno di inserire una ricetta in uno di quei libri che ci guadagnano gli altri. Io non faccio pubblicità, per scelta già da tempo, il mio spazio é piccolo ormai poiché non vado nemmeno più a girare altri blog per commentarli,( se non commenti non ti commentano)bisogna farle certe scelte e non cadere nella trappola di credere di essere importanti solo perché si ha un blog e far guadagnare gli altri, ma secondo me nemmeno di pensare di guadagnare con un blog. Penso anch’io che il mio luogo più amato che é la cucina debba rimanere il mio più possibile ed aprirlo e condividerlo solo con chi dall’altra parte ci entra con sincerità…sono delle scelte!
Grazie
Ho aperto il mio blog 3 anni fa, ho cominciato con qualche collaborazione poi mi ha stancata… per qualche kilo di farina scervellarsi a inventare ricette non ne valeva la pena. Ho chiuso il blog.. ne ho aperto uno nuovo qualche mese fa e delle visite non mi importa un piffero. Ogni tanto credo di aver postato qualcosa di veramente interessante e mi sembra strano avere poche visite, ma la delusione dura 2 giorni e riprendo la mia vita. I blog sono troppi, per essere conosciuti bisogna essere presenti sempre su facebook, andare in giro per altri blog e farsi conoscere… ma questa cosa non è per me, mi stanco a stare seduta al pc. Ma almeno credevo che chi scriveva libri ci guadagnasse qualcosa!!!! Se neanche questo succede, fore tutti questi sforzi solo per la gloria è davvero inutile :))) Buona giornata!
Grazie per la tua testimonianza!
Interessante e veritiero questo post.! Confermo con il fatto che ci sono “false amicizie” con il fatto che se non sei di un certo gruppo non entri manco morta e con il fatto che se non vai in giro ad eventi sei “dimenticata” Il mio blog ha 5 anni, lo porto avanti con passione da moltissimo tmpo se non da anni non accetto scambio di link o post per una scatoletta perchè non mi va di far guadagnare gli altri e di rimanere io invece senza nulla. Ho iniziato con collaborazioni importanti retribuite e di questo sono felice. Ora è diventato un lavoro e la cucina è sempre il mio regno per molte ore al giorno. Rispondo anche a Giulia.. già, pubblicare un libro non porta affatto guadagno, sul prezzo di copertina quello che si prende è misero. Ma la soddisfazione c’è eccome.. E si spera che poi porti a dei risultati. se non sarà così, un libro con il tuo nome nella libreria ci sarà sempre..Dopo tutta questa pappardella posso dire che sono una blogger felice di esserlo.. Un abbraccio a tutti..
Grazie Morena!
Fantastico, ho pubblicato oggi dopo un mese dal post precedente, mi spiace che la blogger si sia persa la cucina, io non la perdo mai di vista, condivido la passione con altre amiche che sono anche blogger ma che, hanno un approccio rilassato al proprio blog e non lo vivono come un impegno pressante, ci organizziamo, ci vediamo, critichiamo e ci divertiamo insieme agli eventi a cui partecipiamo. Una blogger raramente è cuoca, o almeno questo quello che io mi aspetto, un blog è fantasia, passione e tempo libero. Non mi sono mai interessate le visite e difficilmente commento nei blog per evitare il commento di scambio, almeno sul web voglio essere libera da catene e costrizioni. Una blogger con un piccolo blog 🙂 .
Grazie per il tuo commento!
Penso che molto di quello che la blogger descrive sia vero , ma che arrivi un momento in cui uno può fermarsi e decidere quale strada prendere.
Per quanto mi riguarda sono rimasta abbastanza fuori dal vortice eventi-sponsorizzazioni-recensioni legati ai foodblogger, ma ammetto che quando entri in questo mondo è facile essere risucchiati da tali logiche.
Certo, la base di partenza è che devi avere molto tempo a disposizione per poter seguire manifestazioni, viaggi sponsorizzati, recensioni etc. Ma dopo che hai conosciuto un po’ di gente e visto che aria tira, puoi anche decidere che in fondo il blog è solo un bello strumento personale per fare ciò che ti piace (in questo caso cucinare e condividere ricette, ma può essere anche altro) e conoscere qualche amica interessante; oppure affondare l’acceleratore e “usare” il blog per arrivare ad altro: libri, consulenze e quant’altro.
Non si tratta, a mio avviso, di una strada a senso unico e niente vieta alla blogger di prendere un tantino le distanze da ciò che ruota attorno al suo blog e tornare a cucinare e scrivere sul suo diario online.
La bellezza dei blog è che sono totalmente liberi da vincoli, per natura.. e puoi scrivere tutti i giorni o una volta al mese. Dipende solo da te e da come ti senti… Poi è ovvio che se vivi su Facebook, Twitter, G+ e quant’altro avrai più seguito. Ma è davvero così importante?
Il libro resterà sempre una bella soddisfazione, a mio avviso!!
Grazie!
Io sono nata prima come autrice in Francia dove a oggi ho al mio attivo una quindicina di pubblicazioni tradotte in più lingue . Solo in un secondo tempo, e per mettere in luce le mie pubblicazioni, ho aperto il blog. Per me è uno spazio di completa libertà e un modo per farmi sempre più conoscere professionalmente. Non pubblico infatti solo ricette ma interviste, reportage su produttori, chef, ristoranti in cui sono stata e che mi sono piaciuti per davvero. Qui a Parigi, in Italia e dovunque vada. Fin dall’inizio ho commentato solo e quando un blog mi piaceva. “Fare rete” in questo senso, non mi ha mai interessato, proprio perché percepivo la falsità di cui qualcuno ha parlato sopra. Ho fatto qualche bell’incontro ma anche qualcuno che mi ha detto “in un blog di cucina dovresti solo scrivere di cucina”. E invece io faccio a modo mio, racconto la mia professionalità in alcuni settori ma anche il mio mondo che è fatto di mostre, di musica, di fotografia altra che quella sul cibo.
Perché sono sempre più convinta di questo: in una rete che è ormai ricchissima di blog di cucina, l’unica via che mi pare percorribile, è quella di coltivare la propria originalità. E per questo, invece di scopiazzare la moda del momento e farne una ricetta, preferisco parlare di quello che veramente mi corrisponde per quanto riguardo la cucina. Certo, tutto questo ha senz’altro un prezzo (che è poi quello dell’indipendenza). Ma per fortuna non ho bisogno del pacchetto di farina per riempire gli scaffali della cucina. Vivo del mio lavoro, dei miei workshop, delle collaborazioni (pagate) culinarie e sì, anche dei miei libri. perché grazie a dio, qui in Francia, se ti propongono di scrivere un libro sono loro a pagarti e non viceversa.
Questo articolo mi è piaciuto perché conferma quello che sento da tanto, troppo tempo. E soprattutto perché dice le cose come stanno. Dico alla persona che è all’origine dell’articolo di andare avanti, di continuare a scoprire il suo stile che obbligatoriamente non puòche essere personalissimo. Così anche un blog diventa un modo per conoscersi più a fondo e in definitiva un’esperienza che davvero arricchisce.
Lucia
http://www.radicchiodiparigi.wordpress.com
Grazie!
Tutto verissimo, quel che è scritto nell’articolo, ma io credo che i remi siano sempre in mano a chi scrive, che può in qualunque momento interrompere la remata o andar da un’altra parte.
Io scrivo su dieci blog diversi, di cui diversi miei e delle società per le quali lavoro.
Ho sempre fatto solo quello che volevo, non mi pento di nulla, vado avanti.
Libri? Me li hanno proposti, ho rifiutato. Anche più di una volta 🙂
Cucinare? Sì, sempre, prima di ogni altra cosa. Mai nel privato, sempre nel professionale. Nel privato, ho altre cose da fare 🙂
Tornerò a cucinare nel privato, molto volentieri, quando smetterò di farlo nel professionale (se mai smetterò).
Scrivere online? Credo che continuerò sinché le mie dita non saranno atrofizzate e la mia vista mi consentirà di aver pallida visione del monitor 🙂 🙂
Grazie Francesco!
Questo commento è stato eliminato dall’autore.
Foodblogger da 6 anni, il mio attuale lavoro è occuparmi di foodblog, c’è una cosa che sfugge spesso: siamo noi che decidiamo cosa fare del nostro spazio. Bisogna saper dire di no, ma questo non solo nel blog ma anche nella vita quotidiana. Capito questo il blog nasce come un divertimento e tale deve rimanere, chi non ci riesce non sa cosa si perde!
I blogger stanno rischiando di diventare come i giornalisti della peggior specie: marchettosi e venduti, a un prezzo bassissimo (1 kg di farina?). La figura del blogger non nasceva proprio per esprimere liberamente delle opinioni personali e sincere, basate su esperienze reali? In pochissimi hanno mantenuto questa purezza. Tra questi c’è PanBagnato.
Grazie Annalisa!
Caro Andrea, il fatto che la nostra amica abbia scritto questo post evidenzia due cose: una sana ed onesta visone della realtà in cui un blogger, prima o poi, si trova ad operare, e la critica a questo “sistema”.
A mio avviso si trova nella condizione di poter fare delle scelte rinunciando solo in parte a quei benefit vantaggiosi e seducenti ma altrettanto corrompenti.
Ha tutta la mia simpatia per i dubbi che vive e spero riesca ad avere la forza per scegliere una via più etica e felice.
Io ho 54 anni e da sempre mi occupo di cibo e cucina (i primi anni come sereno fruitore, ovviamente) da allora pasione, studi, cucina, ritagliati ad attività che nulla o poco avevano a che fare con le scienze gastronomiche. Anche io ho un sito, mai avviato, una “tela di penelope” che attende la voglia di farsi leggere.
In un contesto dove persone senza alcun titolo accademico, senza doti e senza idee, semplici karaoke della cucina, sfruttatrici di pagerank altrui si fanno chiamare “Chef”, il post letto ed i suoi commenti mi rincuorano. Grazie !
Grazie Anto Nello
Ciao…come ti hanno scritto credo dipenda da chi scriva che direzione far prendere al proprio blog. Sarà che non sono partita con l’idea di ottenere qualcosa da questo spazio, sarà che non mi interessano le visite e che ho altro da fare nella vita reale…per me resta uno spazio da vivere senza ansia: se ho tempo scrivo, se ho tempo passo a fare un saluto….cucinare cucino sempre, ma non è detto che posti tutto! Un abbraccio e in bocca al lupo per la tua strada cri
non amo questa nuova concezione di blogger che è uno sponsor vivente, nella cucina, nella moda, nell’essere mamma…capisco la crisi ma lo trovo un lavoro poco serio, nel senso che è un lavoro di mera pubblicità e spesso di professionale c’è ben poco, perché diciamoci la verità, tanti contenuti sono davvero buttati lì in qualche modo, tipo la blogger che ti sponsorizza le scarpe con le unghie sporche
i blog erano luoghi affascinanti perché esprimevano una personalità, un’idea
adesso cosa sono diventati?
non mi piace che si considerino sfigati i blog con poche visite\commenti o quelli che non lo fanno di lavoro, ma dove siamo, alla scuola media per caso?
a me piacerebbe eccome leggere un blog reale e genuino, tenuto per una passione vera e non per diventare la celebrità di turno o per tirare a campare o arrotondare lo stipendio
Ho trovato questo post per caso cercando su Google storie di altre food blogger.
Io ho 25 anni, sono Italiana ma emigrata all’estero alla ricerca di un lavoro per vivere (anzi, sopravvivere).
Sono adesso “bloccata” in un lavoro da cubiculo che mi logora l’anima con un solo sogno dentro di me: Essere libera. Vorrei avere successo con la cucina e guadagnarmi da vivere con la mia passione.
In questo post c’è un velo di tristezza causato dal successo che questa food blogger ha avuto e che le è forse sfuggito di mano. Mi dispiace pensare che anche la realizzazione di un sogno possa diventare poi motivo di tristezza e malinconia.
Mi auguro che la ragazza in questione sia riuscita adesso a ritrovare il suo posto nella cucina e a ritrovare la felicità.
Mi auguro che un giorno riuscirò a trovarla pure io…
E’ bellissima questa lettera, che solo ora viaggiando per il web ho avuto occasione di leggere. In alcuni punti mi sono ritrovata, saltando tutta la parte dei riconoscimenti, perchè in realtà il mio blog, attivo da un anno ormai, è rimasto nascosto a pubblicità e pubblico, all’infuori delle persone che mi circondano e mi vogliono bene e mi incoraggiano nei miei timidi tentativi di uscire allo scoperto. Di proposito ho voluto che il mio spazio rimanesse solo mio, con tutto ciò che questo comporta, sia in positivo che in negativo, forse un pò per paura di non essere all’altezza di altri, sicuramente per rimanere libera di pubblicare come e quando voglio. E nonostante questo anch’io aspetto con trepidazione di vedere quei numerini aumentare sulla voce “visualizzazioni”. Non c’è niente da fare, abbiamo troppo bisogno di sentirci apprezzati per credere in noi stessi. E’ vero, ogni cosa vissuta intensamente rischia di diventare un idolo nella nostra vita, dimenticando persino il motivo della sua origine. In realtà il mio blog è nato proprio per la voglia di raccontarmi, di uscire fuori, perchè sentivo di avere tante cose dentro che la società non aveva mai apprezzato o conosciuto per apprezzare. Tu dirai: un blog fa questo? Può dare voce ad una storia piccola tra tante? Anch’io a volte mi chiedo se sia giusto farlo, dedicargli tempo che magari tolgo alla famiglia… Io non so darmi una risposta ora, forse arriverà un giorno in cui mi guarderò indietro e mi renderò conto che non avrò più bisogno di questo per sentirmi all’altezza…ma sicuramente non mi vergognerò, poichè sarà stato un tassello importante della mia vita, in cui cercavo la strada, anche attraverso le pagine di un diario un pò speciale!
Un saluto da Katiarancia&Cannella
secondo me più che pentita è…FALLITA
Al giorno di oggi e la cucina e diventata troppo monotona e stancante tutti fanno cucina ,come accendi la televisione ce cucina e una farsa cuochi stranieri che scrivono libri di cucina italiana ,arrivano in italia per pochi mesi e diventano famosi e ridicolo e le persone li seguono come se fossero dei super chef ,poi ci sono le finte alla televisione di nuove aperture di ristoranti in fallimento per non parlare dell’igiene che ci sono in certe cucina ,sono 40 anni che giro prima in italia poi in europa e fuori europa io si che potrei scrivere un libro vero sincero di esperienza vissuta sul campo di cose viste vere non una brutta copia e incolla come fanno tanti che dicono di essere cuochi ho conosciuto insegnanti di scuola alberghiera che non sapevano neanche scrivere potrei scrivere di cucina per un mese senza fermarmi di quello che ho visto quindi senza offendere nessuna e nessuno di quello che ho sentito su questo forum bisogna avere un po di fortuna e le conoscenze giuste in italia e cosi come in tutto il mondo, grazie per la vostra attenzione e vi auguro ogni bene per il vostro futuro .
Io per ora mi diverto… e spero lo faccia anche chi legge quello che scrivo 😉
Leggendo i commenti mi è venuto il dubbio che forse qualche anno fa la situazione era più rosea di adesso. Da un lato mi fa piacere leggere di questi blogger che seguono solo la passione e vogliono esprimersi, senza curarsi di visualizzazioni, social marketing etc.
Dall’altro mi chiedo se sto vivendo in un mondo parallelo, e se sono la sola che non trova lavoro, o viene sfruttata, o deve adattarsi a “stage” che di stage non hanno un bel niente, senza riuscire a viverci. Io penso proprio a guadagnarci con il blog, ma non è che non mi piacerebbe il lusso di dire “lo faccio solo per passione, è vergognoso che si voglia usarlo per arrotondare”.
Ovviamente tratto un argomento che mi piace, altrimenti non mi ci sarei neanche imbarcata, ma quello che spero è di guadagnare. Non sono avida e non mi interessa essere conosciuta, in realtà ho parecchi problemi a convivere con l’idea che se avrò successo dovrò “farmi vedere”.
Ci ho messo più di 6 mesi prima di mettere una foto e una presentazione nel blog, tuttavia sono disposta a dei compromessi perché un blog senza blogger non si è mai visto. Non so se per voi altri rientro in quelli che rovinano la categoria o simili, ma vi assicuro che per i blogger giovani spesso questi discorsi rappresentano un LUSSO, e qualcosa dobbiamo inventarci se vogliamo mangiare.
Perché stranamente anche i food blogger, quelli normali che non lo fanno per noia come l’autrice della lettera, magari sono laureati e si sono fatti il mazzo in vari modi, ma non li prendono più neanche a fare i commessi con uno stipendio decente, beh, anche loro devono mangiare.
Mi dispiace inserire forse una nota polemica e così crudamente realista, ma vorrei capire quanto quelli della mia generazione sono diversi da quella precedente (la maggior parte dei commenti mi sembrano di blogger sopra i 30) e come ci considerano. Chissà se passerà qui qualcun altro a scrivere.
Consolati: vai a vedere la pagina “nonsoloprimi” su facebook. No comment.
Io, un anno e mezzo fa ho aperto un blog di Ricette, non ho molti Visitatori e il motivo di questa assenza di visite è la concorrenza di Blog sul Web. Eppure ho scelto la cucina, il cibo che è usuale. Si mangia tutti i giorni, ma molte Blogger pubblicano Menù. Comunque non mi lamento, nonostante tutto, sperimento sempre nuove portate. Un bacione e sono contenta essermi confrontata con voi, magari le opinioni altrui potrebbero servire a crescere e migliorare nella vita!!!