Il profumo che c’è ad accogliervi quando mettete piede in un mercato comunale è unico, che questo sia in un quartiere popolare o in un quartiere centrale non cambia, anche spostandosi in un’altra città italiana o europea l’aroma resta unico ed inconfondibile. Questo profumo non ha un rimando ad un cibo specifico, non ricorda nessuna spezia né tantomeno qualcosa di poco fresco (cosa che talvolta accade entrando in un super-market).
Date queste premesse, poteva un olfatto sensibile come il mio (lasciatemi esagerare) rimanerne immune? Assolutamente no, ed è per questo che ogni volta che entro in un mercato comunale al coperto ho la sensazione di tornar bambino, quando accompagnando la nonna si girava tra i varie bancarelle e botteghe.
Ma si sa , gli anni passano e tutto cambia; infatti ad un certo punto della mia adolescenza (’90) ho visto chiudere un sacco di questi posti che per dimensione e per struttura venivano subito riempiti dalla grande distribuzione.
Cosa cambia, chiederà qualcuno. Prima era costretto a girare tra diverse bancarelle ora troverà tutto pronto e sigillato ad aspettarlo, la sua spesa sarà più rapida e forse anche “economica”.
Il vuoto che questi mercati lasciano è principalmente riscontrabile nell’assenza di varietà; qui ogni negozio e ogni bancarella è specializzata in un prodotto e di quel prodotto ne fa un motivo di continua ricerca. Difficile trovare le stesse varietà di formaggi osservando le proposte di due formaggiai differenti e questo vale per ogni tipo di prodotto.
I pollivendoli hanno nelle loro vetrine specie di tutti i tipi e per tutti i gusti, dalle semplici galline ai fagiani, passando per piccioni, oche e antre e beccacce.
Quello che si perde da questi “selezionatori” occorre che ognuno, se interessato, se lo vada a ricercare autonomamente e da qui che nasce questo boom di fiere come Taste, Golosaria, Food&Wine e molte altre.
In un’ epoca in cui si ricerca con tanta forza di determinare una propria personalità distinguendosi dagli altri attraverso delle scelte (che queste siano in campo della moda, della letteratura, dei viaggi per arrivare all’alimentazione) si rifugge quella sensazione d’ impossibilità di scelta data dal supermercato. Questo sta spingendo sempre più persone a trovare ciò che gli piace indipendentemente girando per fiere e amici produttori, alla ricerca di quel prodotto “unico” che prima trovava al mercato comunale.
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