Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.
Lavoisier quando pensò e scrisse questa massima probabilmente non pensava che si sarebbe potuta facilmente adattare anche alla cucina.
L’arte del cuoco non sta infatti nella capacità di trasformare gli ingredienti, modificandone le consistenze ed esaltando le qualità?
Le ricette mutano, si trasformano, si adattano e questa preparazione ne è un chiaro esempio.
Questo dolce arriva direttamente dalla mia infanzia, ricordo di pomeriggi invernali in cui la pentola rossa a pois sobbolliva sul fuoco per ore.
Ogni tanto spiavo dentro il pentolone alzandomi in punta di piedi sopra la sedia, controllavo che il latte si fosse ridotto a sufficienza e chiedevo :
“È pronto?”
La risposta era sempre:
“Deve bollire ancora una mezz’oretta.”
Quando si stabiliva che si fosse ridotto della metà esatta, si accendeva il forno. In questo modo si dava tempo al dolce di intiepidirsi leggermente e aver la temperatura giusta per accogliere i tuorli d’uovo senza stracciarli.
Si cuoceva a bagnomaria e dopo circa 40 minuti il dolce sembrava pronto ma per un bambino non c’è molta differenza tra sembrare ed essere, non è lo stesso per la severissima Pasticceria.
Il dolce si sformava una volta freddo e solo allora si gustava, il suo sapore tondo e ammaliante che veniva esaltato anche dalla lunga attesa.
La ricetta tramandata di generazione in generazione col tempo è cambiata, non perché fosse da migliorare ma per il mutare della grandezza delle uova. Essendo una preparazione casalinga, i tuorli venivano considerati come numero e non in grammi. Questo ha fatto si che i tre rossi per litro di latte risultassero insufficienti a tenere il dolce stabile.
Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.
1 l di latte
65 g di tuorlo
150 g di zucchero
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