L’uomo nella storia ha dovuto sacrificare agli Dei un quantitativo innumerevole di buoi grassi, capre, fiori, frutti e tutto ciò che era il risultato di sforzi fisici uniti a tecniche evolute.
Condividendo queste prelibatezze con il divino ci si auspicava di esser protetti, si sperava che i propri affari avrebbero spiccato il volo e la grandine violenta avrebbe risparmiato il proprio appezzamento sfogando la sua forza sul campo a fianco.
Sempre c’è stato un Dio ghiotto che godeva dei fumi ricchi e inebrianti del cibo offertogli.
Pur essendo arrivati all’epoca dell’Ipad e del Bluetooth le cose non son cambiate molto, il cibo per alcuni è diventato una religione in cui la propria bocca diventa il dio mai-sazio che ricerca intorno a sè sensazioni inusuali e stravolgenti alternandole a sapori intimi e conosciuti .
La bocca per i gourmet è un dio severo, intransigente che spinge a tour estenuanti alla ricerca di formaggi colanti, verdure croccanti e tenere carni caramellizzate.
Se non ci si attornia di persone simili a sè la vita si può tramutare in un inferno, destinata a consumare pranzi mediocri che altereranno non poco La Bocca. Questa a differenza di molti altri dei non è magnanima e si vendica infliggendo all’uomo sofferenze atroci.
Non ricordo il giorno in cui decisi di entrare in questa setta, venerando e appagando ogni richiesta del La Bocca ma ora mi trovo intrappolato in questo stato altalenante fatto di entusiasmi irrefrenabili a momenti di delusione estrema.
Tutte le mattine mi sveglia di buonora e devo subito portarla nella sua pasticceria preferita, appagarla con diamanti al cacao, cannoncini (riempiti al momento), grille aux pomme e caffe .
In mattinata vuole essere accompagnata in giro per mercati, fiere e rassegne gastronomiche, gode nel vedere frutti succosi e formaggi in putrefazione. A pranzo si accontenta di poco, ovviamente inteso come quantità, mai come qualità.
Il pomeriggio legge, si emoziona e piange davanti a ricette di cacciagione e fantastica su abbinamenti azzardati.
La sera non ne parliamo, detta legge e non si ferma davanti a niente e nessuno, pretende il massimo e se a pranzo potrebbe soprassedere su un condimento eccessivo, a cena no.
Non paga prima di abbandonarsi al riposo, fantastica e pregusta il cibo che sarò costretto ad offrirle l’indomani.
Adesso sapete quanto è dura far parte di questa religione, passando davanti ad una nostra gastronomia (lì ci ritroviamo a venerarla) pensateci due volte prima di entrare.
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