Del resto i riferimenti, i parallelismi, i rapporti fra cucina e musica , fra musica e tavola si manifestano fin dai tempi degli antichi egizi, nei riti del kantaros e dei kyillix, dei greci e poi viva via nei banchetti del Medioevo e del Rinascimento dove le musiche per la tavola hanno parti di accompagnamento e d’interazione. Nel Seicento e dopo, la tafelemusik assume carattere di autonomia cui si dedicano artisti del calibro di Schelin, di Pretorius, perfino di Bach con la sua Kantate, per non dire di Beethoven. Molti cuochi riflettono le loro opere nella musica, ma anche numerosi e celebri musicisti (Hendel,Brahms,Debussy,Paganini, Verdi,Puccini, giusto per fare qualche nome)si rivolgono alla gastronomia della tavola con partecipazione e diletto.
Gioacchino Rossini- il compositore pescarese, cui i cuochi francesi Careme e Moisson consacrarono e intitolarono alcuni manicaretti-era un competente e un gran mangiatore. Lasciò scritto:” Lo stomaco è il direttore della grande orchestra delle nostre passioni.” I maccheroni alla Rossini devono a lui la ricetta: “Occorre buona pasta, ottimo burro, salsa di pomodoro, e parmigiano eccellenti e una persona intelligente che cuocia, condisca e serva.”
Li voleva “grandi e vasti… li infarciva uno a uno con una siringa d’avorio d’un mirabile pieno fatto di fegato grasso, midolla di bue, filetto di cacciagione, di odoratissimi tartufi”.
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Finalmente!